Adottata l’ordinanza sulle misure cautelari nella controversia Enrica Lexie

Una nuova sconfitta per l’Italia, quella che arriva da Amburgo. Il Tribunale internazionale sul diritto del mare, infatti, con l’ordinanza depositata oggi (C24_Order_24.08.2015_orig_Eng), in relazione alla controversia “Enrica Lexie” che vede l’Italia contrapposta all’India, non ha accolto la richiesta che stava più a cuore all’Italia ossia il rientro in patria dell’ufficiale del Battaglione San Marco, Salvatore Girone, ancora in India e la permanenza in Italia, senza limiti di tempo, di Massimiliano Latorre al quale la Corte suprema indiana, con provvedimento del 13 luglio 2015, ha concesso di rimanere in patria per altri sei mesi, per motivi di salute. Il Tribunale internazionale, che ha adottato il provvedimento con 15 sì e 6 no (incluso il giudice di nazionalità indiana, Rao (C24_Order_24.08.2015_diss.op_Ch.Rao_orig_Eng) e il vicepresidente Bouguetaia (opinione dissenziente), si è pronunciato sulle misure cautelari richieste dall’Italia e, per quanto riguarda le restrizioni alla libertà dei due militari italiani, ha ritenuto di non accordare la misura invocata da Roma perché essa potrebbe pregiudicare le decisioni di merito del Tribunale arbitrale che dovrebbe avere la competenza in base all’allegato VII della Convenzione di Montego Bay, ad oggi non ancora costituito. In pratica, per il Tribunale sul diritto del mare, che ha riconosciuto quello arbitrale competente prima facie, la richiesta italiana è inappropriata perché tocca questioni legate al merito della controversia che non possono essere decise nel procedimento cautelare. Il Tribunale di Amburgo era competente unicamente sulle misure provvisorie che servono a non pregiudicare e a preservare i diritti di entrambe le parti alla controversia in attesa della decisione di merito. Pertanto, il Tribunale ha solo deciso, per assicurare i diritti di entrambi le parti, che Italia e India sospendano ogni procedimento giudiziario e si astengano dall’avvio di nuovi procedimenti che possano aggravare o estendere la controversia. Certo, in realtà, questa misura è rivolta solo all’India che vede bloccato il procedimento giudiziario nazionale nei confronti dei due fucilieri italiani, che arranca da tre anni e mezzo nelle aule di giustizia indiane, senza che siano stati ancora formulati i capi d’imputazione.

Il Tribunale sul diritto del mare non si è espresso sulla questione relativa allo status dei due militari in quanto non competente. Il giudice ad hoc Francesco Francioni, che ha votato a favore dell’ordinanza, ha annesso una dichiarazione in cui ha affermato che il Tribunale avrebbe dovuto includere un provvedimento pro tempore volto a rimuovere la restrizione alla libertà dei due militari (dichiarazione).

Intanto, il 24 settembre, Italia e India dovranno presentare un rapporto sull’attuazione della misura cautelare. Non è chiaro, però, a questo punto, chi dovrà pronunciarsi sull’eventuale richiesta di prolungamento del permesso in Italia per Latorre (che scade a gennaio 2016) o su una possibile istanza di Girone, che non può più chiedere all’India di rientrare in patria.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/al-via-ad-amburgo-il-procedimento-enrika-lexie.html. Qui la lettura dell’ordinanza da parte del Presidente del Tribunale https://www.itlos.org/cases/webcast-archives-case-no-24/

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