La tecnologia irrompe anche nella biologia e nella medicina. Con rischi nuovi nella tutela dei diritti umani e della dignità della persona. Per affrontare le nuove sfide, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato, il 12 febbraio, il Piano di azione strategico 2020 – 2025 (CM(2019)198E). Al centro del documento, la governance tecnologica per una maggiore trasparenza nel campo medico, l’equità nell’erogazione sanitaria, le buone prassi per la partecipazione dei minori nei processi decisionali e l’individuazione di strumenti legali per proteggere i diritti umani. Il Piano di azione ha la sua base nella Convenzione sulla protezione dei diritti umani e della dignità dell’essere umano con riferimento alle applicazioni della biologia e della medicina, adottata a Oviedo il 4 aprile 1997 (in vigore sul piano internazionale dal 1° dicembre 1999), firmata, ma non ratificata dall’Italia.
Un punto cruciale del Piano di azione è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale che, da un lato, è un grande potenziale per migliorare diagnosi e terapie, dall’altro lato, però, presenta pericoli per la privacy, oltre a porre rischi di discriminazione. Il Comitato sulla bioetica, sui diritti umani e le tecnologie nella biomedicina, intanto, si propone di preparare una guida sui principi e le buone prassi per coinvolgere i minori nelle decisioni mediche che li riguardano.
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