Agenzia Ue per i diritti fondamentali: trattamento dei minori migranti non in linea con gli standard internazionali

I diritti dei minori migranti, proprio nel 2019, 30esimo anniversario della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, adottata il 20 novembre 1989 (ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991 n. 176) sono stati minacciati e lesi. Lo scrive l’Agenzia europea per i diritti fondamentali dell’Unione europea nel rapporto annuale dedicato ai minori nei fenomeni migratori (children) nel periodo 1° gennaio 31 dicembre 2019, sottolineando che la particolare vulnerabilità del minore lo espone di più allo sfruttamento, agli abusi sessuali, fisici e psicologici. Nel 2019, circa 80 bambini sono morti attraversando il mare per arrivare in Europa (117 nel 2018). Preoccupano le condizioni di accoglienza per i richiedenti asilo, con i minori che hanno bisogno, invece, di maggiore protezione, in particolare a Cipro, in Francia, in Grecia in Italia, in Spagna e a Malta. Tempi lunghi, inoltre, per le procedure di asilo, con troppo tempo dedicato all’accertamento dell’età o dovuto a ritardi nella nomina del tutore legale. Se, poi, nella maggior parte dei casi il rimpatrio dei minori avviene su base volontaria, alcuni Stati come Croazia, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia procedono al rientro forzato dei minori non accompagnati. Non mancano casi di refoulement ed episodi di violenza ai confini. Tra gli aspetti negativi – osserva l’Agenzia Ue – l’incremento della detenzione dei minori, consentita in ben 19 Stati membri (non in Italia), con tempi che si allungano in Francia, Grecia e Malta.

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