Bussola per la competitività: un futuro diverso, con il solito approccio?

La cornice c’è, ma l’Unione europea dovrà riempirla di contenuti per superare la crisi, anche di credibilità, nella quale è precipitata. Un punto di partenza, almeno nelle intenzioni, è la Bussola per la competitività presentata il 29 gennaio dalla Commissione europea (COM(2025) 30, EU Compass) che punta a tracciare il percorso che l’esecutivo Ue dovrà percorrere nei prossimi anni. Preso atto del fallimento attestato dal fatto che “negli ultimi venti anni l’Europa non è riuscita a tenere il passo con le grandi economie”, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen parte dalla tabella di marcia indicata da Mario Draghi nella relazione sul futuro della competitività europea, puntando su innovazione, decarbonizzazione e sicurezza. Per colmare il divario (ormai enorme) nel campo dell’innovazione la Commissione si accinge a presentare alcune proposte come quella sull’AI Gigafactories e sulla strategia per l’IA applicata, puntando sulla robotica e sulle tecnologie spaziali. Per la decarbonizzazione, Bruxelles proporrà un nuovo atto legislativo sull’accelerazione della decarbonizzazione industriale in particolare nei settori della siderurgia, della metallurgia e dell’industria chimica. Per quanto riguarda la riduzione delle dipendenze, l’Unione è indirizzata a costruire nuovi partenariati per il commercio e gli investimenti utili. Saranno altresì centrali gli interventi volti a ridurre gli oneri amministrativi e le complessità legislative. La Commissione, in questa direzione, si propone nuove modifiche con riguardo alle norme sugli appalti pubblici, sul diritto societario e sul diritto del lavoro, con l’intento di inserire regole che diminuiscano i costi del fallimento e che puntino non a frenare, ma a sviluppare la competitività. In realtà, la Commissione sembra seguire il solito percorso perché è evidente che mette in primo piano la costante adozione di nuove regole rispetto al massiccio piano di investimenti richiesto nel rapporto Draghi.

Tuttavia, la Commissione fa mea culpa e resasi conto della complessità del sistema disegnato anche con riferimento alle regole sulla due diligence, sulla tassonomia e sulla rendicontazione, prova a voltare pagina con regole che vadano a ridurre del 25% gli oneri amministrativi per le imprese e del 35% delle PMI. In particolare, nel 2025 la Commissione presenterà un nuovo atto sull’economia circolare ed emendamenti alla legge sul clima.

Uno dei punti salienti è l’imminente presentazione di una proposta omnibus sulla semplificazione, ma certo la lettura della bussola fa emergere la tendenza a una sovraregolamentazione che potrebbe, ancora una volta, avere l’effetto contrario rispetto a quello perseguito, frenando la competitività dell’Unione.

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