Consiglio di Stato francese: no al divieto assoluto di manifestazioni per il popolo palestinese

Un divieto generale e assoluto allo svolgimento di qualsiasi manifestazione a sostegno del popolo palestinese è contrario non solo alle norme interne, ma anche ad atti internazionali vincolanti per la Francia. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato francese con decisione n. 488860 del 18 ottobre (Conseil d’État) con la quale è stato respinto il ricorso di un’associazione impegnata nel sostegno alla Palestina che aveva impugnato, richiamando anche fonti internazionali, il provvedimento del Ministro dell’interno con il quale era stata vietata ogni manifestazione a supporto della Palestina dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, ma sono stati precisati i limiti entro i quali è possibile vietare manifestazioni per non incorrere in violazioni del diritto interno e di quello internazionale. Il Consiglio di Stato ha rilevato che spetta ai prefetti valutare caso per caso la pericolosità di una manifestazione e, quindi, non è ammissibile un divieto generale legato all’oggetto della manifestazione. Inoltre, ogni divieto deciso dal prefetto, basato su problemi legati all’ordine pubblico, deve essere oggetto di un controllo giurisdizionale. Il ricorso, tuttavia, è stato respinto perché è stata accolta la tesi del Ministro secondo il quale il suo telegramma intendeva ricordare ai prefetti il divieto di manifestazioni volte a giustificare atti terroristici. Nel criticare l’approssimazione formale dell’intervento del Ministro, il Consiglio di Stato ha comunque colto l’occasione per precisare che se è vero che il rispetto della libertà di manifestazione deve essere garantito è anche vero che può essere limitato in presenza di esigenze di ordine pubblico che, però, vanno verificate caso per caso e non stabilite in astratto. Nel caso in esame, il Consiglio di Stato ammette che dopo il 7 ottobre sono aumentati gli atti antisemiti e che le manifestazioni di sostegno a gruppi terroristici sono un pericolo per l’ordine pubblico, anche in ragione del divieto di apologia del terrorismo e di istigazione alla discriminazione, ma sottolinea che spetta al prefetto verificare se un simile rischio sussiste in rapporto a ogni singola manifestazione, senza che egli possa basarsi su un divieto stabilito con le modalità scelte dal Ministro dell’interno o in via generale vietando ogni manifestazione a sostegno della popolazione palestinese.

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