Corte penale internazionale e bambini: pubblicata la nuova Policy della Procura

L’Ufficio della Procura della Corte penale internazionale ha pubblicato, l’8 dicembre, il documento sulla politica della Procura nell’affrontare casi che riguardino i minori. Era stato il Procuratore Karim Khan a volere un restyling del precedente documento del 2016 anche al fine di migliorare le indagini e i procedimenti nei casi di crimini che hanno come vittime i minori che, di frequente, “sono attori invisibili nel processo internazionale penale”. Dopo aver aperto una call per consentire agli interessati, associazioni e ONG, di intervenire, il Procuratore, supportato dalla Consulente speciale per i crimini contro i minori, Véronique Aubert, ha pubblicato il documento nel corso dell’Assemblea degli Stati parti che si è tenuta a New York dal 4 al 14 dicembre. 

Il Procuratore ha evidenziato alcuni limiti nella tutela dei diritti dei bambini nella giustizia penale internazionale che è “adultocentrica” malgrado numerose vittime e numerosi testimoni siano proprio bambini. Tra gli aspetti negativi, la circostanza che talvolta si dà poco rilievo alle testimonianze dei bambini vittime e si trattano i minori come gruppo omogeneo, senza soffermarsi sulle particolari situazioni di ogni minore vittima o testimone. Di qui la necessità di intervenire per rimediare alla mancanza di considerazione dei minori nei procedimenti giudiziari e arrivare a un approccio child-sensitive e che consenta il best interests of the child. Anche sul fronte dell’entità delle condanne, ai fini della determinazione della pena, l’Ufficio della Procura terrà conto della particolare vulnerabilità delle vittime dovuta anche all’età.

La Procura ha specificato che continuerà a rafforzare quanto previsto dall’articolo 54 dello Statuto che, con riferimento ai doveri e ai poteri del Procuratore, ha stabilito che “le misure atte a garantire l’efficacia delle inchieste e delle azioni giudiziarie vertenti su reati di competenza della Corte” dovranno tenere conto degli interessi e della situazione personale delle vittime e dei testimoni, “compresi l’età, il sesso come definito nell’articolo 7 paragrafo 3 e lo stato di salute, nonché della natura del reato, in modo particolare se quest’ultimo comporta violenze sessuali, violenze di carattere sessista o violenze commesse contro bambini”. Nel documento si sottolinea che, oltre a crimini di guerra e contro l’umanità commessi nei confronti di bambini, taluni atti, come il trasferimento con la forza di bambini appartenenti ad un gruppo diverso, possono essere inclusi tra quegli atti che, in base all’articolo 6 (genocidio) dello Statuto, hanno l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Nel volume è dedicato spazio al caso Lubanga, alla sentenza Ntaganda e al caso Ongwen. Inoltre, la Procura ricorda l’emissione del mandato di arresto nei confronti di Putin e Belova per la deportazione e il trasferimento illegittimo di bambini dall’Ucraina alla Russia.

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