Dipartimento di Stato: pubblicato il rapporto sulla libertà di religione nel mondo

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in linea con quanto previsto dall’International Religious Freedom Act del 1998 (P.L. 105-292), ha pubblicato il rapporto annuale sulla libertà di religione nel mondo, con riferimento alla situazione dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 (qui il link https://www.state.gov/reports/2022-report-on-international-religious-freedom/). Il rapporto, che si basa sulle informazioni arrivate da organizzazioni non governative, associazioni, giornalisti, attivisti e autorità nazionali, analizza la situazione in ogni Stato, sottolineando le pratiche contrarie alla libertà di religione garantita dai trattati internazionali e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Sul sito del Dipartimento di Stato è possibile reperire informazioni sulla situazione nei singoli Stati, utilizzando il database che raccoglie i dati per il 2022. Maggiori preoccupazioni destano i Paesi che basano il proprio ordinamento sulla sharia, come l’Arabia Saudita, che reprime ogni libertà di religione, non prevista in alcuna legge. In Egitto – si legge nel rapporto – i gruppi a tutela dei diritti umani hanno contestato l’applicazione della legge che punisce la cosiddetta diffamazione religiosa perché in grado di compromettere la libertà di espressione. Drammatica la situazione in Iran che dal 1999 è classificato come Paese di particolare preoccupazione sulla base dell’International Religious Freedom Act. Nel Paese aumentano i casi di esecuzione e arresti di persone accusate di propaganda anti-islamica e continua in modo sempre più allarmante la propaganda antisemita e la negazione dell’Olocausto. Colpiti in modo sistematico i cristiani e compromessa la libertà di stampa che, d’altra parte, è assicurata nella Costituzione solo se non è lesiva dei principi dell’Islam.

Per l’Italia, si sottolineano le difficoltà della comunità musulmana nell’ottenere permessi per la costruzione di moschee, criticità emersa già da molti anni. Sono stati segnalati episodi di antisemitismo, inclusi discorsi d’odio e aggressioni fisiche.

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