Due diligence, diritti umani e ambiente: ritardi insostenibili nell’adozione di atti vincolanti

Violazioni dei diritti umani e abusi ambientali vanno di pari passo, con le imprese che ormai sono tra le principali responsabili delle violazioni. Non bastano di certo i riconoscimenti come quello del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sul diritto dell’uomo a vivere in un ambiente salubre, ma sono ormai necessari strumenti vincolanti. In un documento presentato a giugno 2022 (environment-policybriefing3), il Relatore speciale delle Nazioni Unite su diritti umani e ambiente, David Boyd (congiuntamente a Stephanie Keene, consulente indipendente), ha presentato un testo per fare il punto della situazione cercando di fornire qualche indicazione agli Stati. L’Unione europea – scrive il Relatore speciale – va nella giusta direzione con la proposta di direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (proposta, allegato), che, però, ha un ambito di applicazione sensibilmente più ristretto rispetto alle richieste del Parlamento europeo, mentre sul piano internazionale si stenta ancora a passare da strumenti volontari ad atti vincolanti, anche se secondo il Relatore speciale c’è un consenso per procedere in questa direzione. I Principi Guida su Business and Human Rights prevedono un mix intelligente di misure volontarie e obbligatorie ma, a dieci anni dalla loro pubblicazione, “solo una piccola minoranza di aziende ha adottato standard volontari in materia di diritti umani e ambiente”. In alcuni Stati, come Francia, Germania e Norvegia sono state adottate leggi interne sulla due diligence, ma con pochi risultati. Problemi ancora più gravi per le imprese multinazionali. Il Relatore Speciale guarda con ottimismo all’adozione della terza bozza di trattato ONU (“Legally Binding Instrument to Regulate, in International Human Rights Law, the Activities of Transnational Corporation and Other Business Enterprises”), ma lancia l’allarme sul fattore tempo che è essenziale per impedire un ulteriore, insostenibile degrado ambientale. Per il momento, però, non resta che attendere.

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