Estradizione da bloccare se le condizioni di detenzione sono degradanti

In Bielorussia sussistono carenze sistemiche e generalizzate nei centri di detenzione. Di conseguenza, l’estradizione dall’Italia di un cittadino bielorusso deve essere bloccata se mancano garanzie specifiche che la persona non sarà sottoposta a trattamenti disumani. Lo scrive la Corte di Cassazione, sesta sezione penale, con la sentenza n. 13931 depositata il 22 marzo (13931) con la quale la Suprema Corte ha parzialmente accolto il ricorso di una cittadina bielorussa che aveva chiesto l’annullamento della pronuncia della Corte di appello di Messina con la quale si dava il via libera alla sua estradizione per il perseguimento penale del reato di lesioni volontarie gravi commesse per motivi di teppismo. Per la Cassazione mancano assicurazioni adeguate volte a dimostrare l’esistenza del rispetto dei diritti umani, mentre la Corte di appello avrebbe dovuto procedere a un accertamento più approfondito per verificare se la ricorrente correva il rischio di un trattamento disumano e degradante. Necessarie, quindi, informazioni complementari anche perché se lo Stato richiedente offre “specifiche assicurazioni in ordine alla sottoposizione della persona richiesta in consegna ad un trattamento diverso da quello previsto nell’ordinario circuito penitenziario” è possibile procedere all’estradizione.

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