Il Parlamento Ue chiede un meccanismo di allerta in tutta l’Unione per i professionisti sospesi o radiati

Ridurre il numero di professioni regolamentate nell’Unione europea per garantire effettività alla libera circolazione dei cittadini. E’ la richiesta del Parlamento europeo che, con la risoluzione approvata il 15 novembre sull’attuazione della direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche (risoluzione qualifiche) indica il percorso da seguire per migliorare il quadro normativo fondato sulla direttiva 2005/36, puntando a una maggiore mobilità dei laureati e a un effettivo rispetto della sentenza  Morgenbesser (causa C-313/01, sentenza del 13 novembre 2003), con l’obiettivo di garantire un più ampio riconoscimento dell’esperienza professionale acquisita durante il tirocinio anche nel Paese d’origine.

Un totale fallimento il sistema delle piattaforme comuni che, però, per gli eurodeputati, “sono potenzialmente utili” anche se sono necessarie modifiche e semplificazioni. Per tutelare clienti e consumatori, il Parlamento chiede l’istituzione di un meccanismo di allerta nel quadro del sistema di informazione del mercato interno (IMI) “che introduca l’obbligo di effettuare una segnalazione a tutti gli Stati membri ogniqualvolta sia adottata una misura regolamentare nei confronti della registrazione di professionisti o del loro diritto di esercitare”, nel rispetto, però, della presunzione d’innocenza e della protezione dei dati personali. Non convince, invece, la possibile estensione della procedura di riconoscimento anche alle qualifiche ottenute in Paesi terzi che presenta rischi di forum shopping.

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