In via sperimentale parte una nuova prassi per la soluzione amichevole dinanzi alla CEDU – ECHR is to test a new practice on friendly settlement

Scatta dal 1° gennaio 2019 una nuova prassi dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo che istituisce una fase non contenziosa per tutti gli Stati contraenti. L’obiettivo è facilitare il regolamento amichevole tra Stato in causa e vittima, con l’introduzione, però, di alcuni limiti al fine di evitare che anche casi sui quali è necessaria una pronuncia della Corte sfuggano all’accertamento in sede giurisdizionale. La nuova prassi sarà testata in via sperimentale per un anno. Funzionerà così: il cancelliere della Corte proporrà un regolamento amichevole allo Stato in causa nel momento in cui il ricorso gli viene comunicato, ad eccezione dei casi in cui emergano nuove questioni mai esaminate dalla Corte o nei casi per i quali sarebbe inopportuno proporre un regolamento amichevole. Seguirà un periodo articolato in due fasi: la prima non contenziosa, che durerà 12 settimane e la seconda fase di natura contenziosa, sempre della durata di 12 settimane, nella quale vi sarà uno scambio di osservazioni tra le parti. Oggi le due procedure sono condotte parallelamente perché i Governi hanno un termine di 16 settimane per presentare osservazioni sulla ricevibilità e sul merito. Nelle prime 8 settimane, inoltre, agli Stati è richiesto di avvisare la Corte se sono sono pronti a concludere un regolamento amichevole.

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