Il mercato unico va semplificato perché sono ancora troppi gli ostacoli che impediscono e rallentano gli scambi e gli investimenti, con la conseguenza che proprio le piccole e medie imprese, che sono una rilevante realtà nello spazio Ue, non riescono a decollare. La Commissione europea ha così presentato, il 21 maggio, una Strategia del mercato unico contenuta nella Comunicazione intitolata “The Single Market: our European home market in an uncertain world. A Strategy for making the Single Market simple, seamless and strong” (COM(2025)500, Single Market Strategy) finalizzata alla riduzione degli oneri amministrativi e a introdurre la nuova categoria di piccola impresa a media capitalizzazione (definita “small mid-cap”), che permetteranno di ottenere maggiori risorse per la crescita. In primo piano, nel tentativo di fare andare avanti le indicazioni contenute nei rapporti di Enrico Letta, Mario Draghi e Saudi Niinistö, l’identificazione e la classificazione delle 10 barriere (“Terrible Ten”), maggiormente segnalate dalle imprese che rendono particolarmente difficile la libertà di circolazione di beni e servizi. Tra gli obiettivi, l’introduzione dell‘identità digitale delle imprese per semplificare il riconoscimento dello status di piccole e medie imprese, la digitalizzazione dei procedimenti normativi, il taglio della burocrazia e una riduzione dei costi amministrativi del 2% nel complesso e del 35% per le piccole e medie imprese. Ogni Stato dovrà nominare un referente nazionale del mercato unico che lavorerà d’intesa con il referente Ue (“Single Market Sherpa”) e dovrà rafforzare le reti SOLVIT. Inoltre, per la Commissione è centrale realizzare in modo effettivo il riconoscimento delle qualifiche professionali che incontra ancora ostacoli e risulta in taluni casi così complesso da impedire la circolazione dei professionisti. La Commissione ha anche segnalato che sono ancora troppo poche le procedure di riconoscimento automatico che consentono maggiore rapidità ed efficienza. L’Unione delle Competenze 28 (si veda il COM (2025)90, competenze) ha così annunciato un’iniziativa per la portabilità delle competenze in molti settori.
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