L’Italia fa il punto sull’attuazione del mandato di arresto

Il mandato di arresto europeo marcia veloce. Il sistema, in Italia, è migliorato anche grazie all’attività delle autorità giudiziarie e dell’ausilio fornito dall’Autorità centrale che ha fatto proprie le raccomandazioni arrivate dalla Commissione europea nel rapporto sullo stato di attuazione della decisione quadro 2002/584 sul mandato di arresto europeo e le procedure di consegna, recepita con legge n. 69 del 22 aprile 2005, presentate l’anno passato. E’ quanto risulta dalle risposte fornite l’11 novembre 2011 dalla delegazione italiana al Consiglio Ue (Doc. n. 17113/11, MAE). L’Italia – si legge nel documento – ha rafforzato gli interventi finalizzati a promuovere la formazione di giudici, procuratori e staff e sta studiando la possibilità di interventi funzionali a rispettare il termine fissato dalla decisione quadro per l’emanazione di un mandato di arresto nei casi di richieste di consegna in funzione dell’esecuzione di sentenze di condanna. E vero, poi, che manca un vero e proprio registro dei mandati di arresto ma, in via di fatto, l’archivio del ministero della giustizia è informatizzato, consentendo una tracciabilità dei provvedimenti in entrata e in uscita. Per prevenire eventuali violazioni dei diritti procedurali dei destinatari di un mandato di arresto, il Ministro della giustizia ha adottato una nota funzionale ad assicurare la piena attuazione di idonee garanzie nei casi di procedimenti in contumacia. Da non dimenticare, poi, che al di là di eventuali emendamenti alla legge 69/2005, la Corte di cassazione, grazie all’applicazione del principio dell’interpretazione conforme, ha proceduto a interpretare la normativa interna secondo il contenuto della decisione quadro e della giurisprudenza della Corte di giustizia Ue.

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