L’Italia fa poco per combattere il razzismo

Discorsi razzisti e xenofobi sempre più diffusi in politica. Misure contenute nel pacchetto sicurezza che hanno aumentato il senso di precarietà dei migranti irregolari. Gravi forme di marginalizzazione dei rom anche per l’accesso all’alloggio. Politica di respingimenti bocciata pure dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Maltrattamenti nei CIE con strutture inadeguate. Espulsioni di stranieri nell’ambito di misure contro il terrorismo in aperto contrasto con il rispetto dei diritti umani. E’ il quadro che emerge dal rapporto della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa che il 21 febbraio (http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Country-by-country/Italy/ITA-CbC-IV-2012-002-ENG.pdf) ha pubblicato il rapporto sull’Italia. Che ad alcune luci affianca molte ombre. Prima tra tutte l’inefficacia delle attuali disposizioni penali e civili in materia di incitamento all’odio. In secondo luogo i ritardi nella ratifica di convenzioni internazionali come il Protocollo n. 12 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che fissa il divieto generale di discriminazione, la Convenzione sulla criminalità informatica e il Protocollo relativo all’incriminazione di atti di natura razzista o xenofoba commessi mediante sistemi informatici. La Commissione ha poi chiesto all’Italia di semplificare la legge sulla naturalizzazione per favorire l’acquisizione della cittadinanza italiana per coloro che risiedono legalmente e continuativamente sul territorio. Critiche poi alla stampa perché “i media continuano a proporre articoli e servizi sensazionalistici, comprese le principali testate giornalistiche e le trasmissioni televisive nelle ore di massimo ascolto”.

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