Mandato di arresto europeo: sulla consegna suppletiva la parola alle Sezioni Unite

Spetterà alle Sezioni Unite della Corte di cassazione decidere sulla competenza funzionale ad emettere il mandato di arresto europeo per l’esecuzione di una misura cautelare nei casi in cui la misura sia stata emessa da un giudice ma il procedimento penda dinanzi a un’autorità giurisdizionale diversa. Sulla questione esistono divergenze giurisprudenziali e, di conseguenza,la prima sezione penale, con ordinanza del 17 luglio 2013 ( 30761 MAE) ha rimesso la soluzione del problema giuridico alle Sezioni Unite. Nel caso arrivato in Cassazione il conflitto di competenza era stato sollevato dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del gip del Tribunale di Milano che aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare a danno di un indagato già detenuto per l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare a seguito di un mandato di arresto trasmesso in Germania dalle autorità giurisdizionali di Reggio Calabria. Il Tribunale di Milano sosteneva che toccava ai colleghi di Reggio Calabria richiedere un mandato di arresto in vista della consegna suppletiva. Di diverso avviso i giudici di Reggio che, in base all’art. 28 della legge 22 aprile 2005 n. 69 con la quale è stata eseguita la decisione quadro 2002/584/GAI del 13 giugno 2002 sul mandato di arresto europeo e sulle procedure di consegna tra Stati membri, sostenevano la competenza dei giudici di Milano. La prima sezione della Cassazione, in ragione dei diversi orientamenti giurisprudenziali, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite a cui competerà risolvere la questione.

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