No alle discriminazioni nel calcolo della pensione di anzianità per i partner di unioni registrate

E’ contraria al diritto Ue l’attribuzione di una pensione di anzianità più vantaggiosa al coniuge regolarmente sposato rispetto al partner di un’unione registrata se le due situazioni nel diritto interno sono paragonabili. Gli Stati membri sono liberi nell’adozione di norme interne in materia di stato civile, ma sono tenuti, in ogni caso, a evitare che la legislazione nazionale produca effetti contrastanti con le norme Ue e, in particolare, con il principio del divieto di ogni discriminazione in base al sesso. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con la sentenza del 10 maggio 2011 (causa C-147/08, Römer, http://curia.europa.eu/jurisp/cgi-bin/form.pl?lang=it&jurcdj=jurcdj&newform=newform&docj=docj&docop=docop&docnoj=docnoj&typeord=ALLTYP&numaff=&ddatefs=4&mdatefs=5&ydatefs=2011&ddatefe=11&mdatefe=5&ydatefe=2011&nomusuel=&domaine=&mots=&resmax=100&Submit=Rechercher)) con la quale i giudici comunitari hanno chiarito che costituisce una discriminazione fondata sulle tendenze sessuali l’attribuzione di una pensione complementare di vecchiaia al partner di un’unione civile registrata inferiore rispetto a quella attribuita a una persona sposata. Alla Corte Ue si era rivolto il tribunale del lavoro di Amburgo a seguito di un ricorso di un impiegato comunale che contestava il calcolo della pensione effettuato tenendo conto di uno scaglione tributario inferiore, non analogo a quello concesso ai pensionati regolarmente sposati. La Corte Ue, dopo aver chiarito che la pensione di anzianità rientra nella nozione di retribuzione ai sensi della direttiva 2000/78 relativa al principio della parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro (recepita in Italia con Dlgs 216/2003) ), ha precisato che gli Stati devono impedire discriminazioni fondate sulle tendenze sessuali per garantire in modo effettivo il principio della parità di trattamento riconosciuto dall’articolo 157 del Trattato di Lisbona.

Tenuto conto che il partner di un’unione registrata e il coniuge regolarmente sposato si trovano, nel diritto tedesco, che ha adottato una legislazione sulle unioni civili registrate per le coppie dello stesso sesso in una situazione paragonabile, le pensioni di anzianità vanno calcolate nello stesso modo. E la Corte non solo riconosce che il ricorrente ha diritto a un incremento nella pensione di vecchiaia perchè deve essere trattato come il pensionato sposato, ma apre la strada al diritto del cittadino di invocare direttamente la norma Ue che vieta ogni discriminazione fondata sul sesso dinanzi alle autorità nazionali, senza attendere una modifica legislativa interna.

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