Obblighi degli Stati in materia di cambiamenti climatici: la parola alla Corte internazionale di giustizia

Sarà la Corte internazionale di giustizia a chiarire la portata degli obblighi degli Stati in materia di cambiamenti climatici. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, infatti, ha approvato, per consensus, la risoluzione del 29 marzo (77:276) con la quale, su spinta di diversi Stati (e su iniziativa del Governo di Vanuatu) è stato chiesto l’intervento della Corte dell’Aja che dovrà fornire un parere consultivo che avrà sicuramente un impatto sia sull’interpretazione degli atti internazionali in questo campo sia, più in generale, sugli obblighi degli Stati in materia di protezione dell’ambiente, con probabili effetti anche sui procedimenti in corso dinanzi ad organi giurisdizionali internazionali e nazionali relativi alla giustizia climatica. L’Assemblea generale ha constatato i gravi effetti negativi prodotti dai cambiamenti climatici, l’aumento della temperatura terrestre e le condizioni estreme dovute al clima e ha preso atto che i Paesi industrializzati non hanno impegnato le risorse promesse (100 miliardi di dollari entro il 2020) per mitigare gli effetti dovuti alle emissioni di gas ad effetto serra e al riscaldamento terrestre. Di qui la richiesta di parere formulata dall’Assemblea generale che è basata sull’articolo 96 della Carta delle Nazioni Unite e sull’articolo 65 dello Statuto della Corte. In particolare, i giudici internazionali dovranno chiarire gli obblighi derivanti dal diritto internazionale per la protezione del clima e le conseguenze legali che potrebbero essere determinate dalla violazione, con atti e omissioni, degli obblighi esistenti nel caso di danni significativi al clima e all’ambiente. Inoltre, tra i quesiti, la precisazione circa le conseguenze sui piccoli Stati insulari che, a causa delle loro condizioni geografiche, possono essere colpiti in misura maggiore dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Non solo. L’ultima questione, ma non per importanza, alla quale la Corte dovrà rispondere vede al centro gli effetti negativi sui popoli e sugli individui, incluse le future generazioni.

Qui le posizioni e gli interventi degli Stati (Posizione Stati).

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