Personale umanitario e ONU: i rischi per la sicurezza possono compromettere gli interventi nelle zone più calde

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha presentato il 21 settembre 2021 il rapporto sulla sicurezza del personale umanitario e la protezione del personale delle Nazioni Unite, relativo al periodo 1° gennaio 2020 – 30 giugno 2021, che include anche raccomandazioni inviate all’Assemblea generale (A:76:334). In diversi contesti – si legge nel rapporto – il livello di sicurezza è peggiorato, ad esempio nell’Africa occidentale, con sempre maggiori rischi per il personale umanitario e delle Nazioni Unite. Questo vale anche per l’Africa orientale, con particolare riguardo alla situazione nella regione del Tigray. Tra le principali minacce, vi sono quelle che arrivano dalle forze armate non statali, le minacce associate alla disinformazione che colpisce per gettare discredito sulle Nazioni Unite e la diffusione dell’estremismo violento. Nel rapporto sono passati in rassegna i principali episodi di violenza e si evidenzia una diminuzione dei casi rispetto al passato. Sono invece aumentati i rapimenti di personale Onu che passano dai sei del 2019 ai 17 del 2020. Se le vittime tra il personale Onu sono state 7, quelle che hanno coinvolto il personale delle ONG sono arrivate a 101. Il Segretario generale ha anche illustrato le misure di intervento necessarie per proteggere il personale proprio per evitare il ritiro da zone in cui la presenza ONU è necessaria. Gli attacchi più numerosi si sono verificati in Afghanistan, nella Repubblica Democratica del Congo, ad Haiti, in Mali, in Somalia, nel Sud Sudan e in Sudan (Darfur).

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