Relazione annuale sull’attività della CEDU: aumentano i ricorsi ma anche le decisioni di irricevibilità

Aumentano le sentenze rivolte nei confronti dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Nel 2012, come risulta dalla relazione annuale della Corte di Strasburgo divulgata oggi (AnnualReport2012), sono state 63 su un totale di 1093, a fronte delle 45 del 2011. Precedono l’Italia nel numero di sentenze la Russia (134), la Turchia (125), la Romania (79), la Polonia (74), l’Ucraina (71), la Bulgaria (64).  In 36 sentenze su 63, la Corte europea ha accertato una violazione della Convenzione da parte dell’Italia, in 2 casi è stato raggiunto un regolamento amichevole, in altri 2 l’Italia ha guadagnato un’assoluzione e 23 pronunce hanno riguardato la determinazione dell’equo indennizzo o questioni legate alla giurisdizione. Delle pronunce di accertamento della violazione 16 casi hanno avuto ad oggetto la durata eccessiva dei processi, 13 il diritto di proprietà, 7 casi violazioni del diritto al rispetto della vita privata e familiare, 2 trattamenti disumani e degradanti.Tra le cause più importanti quella Hirsi del 25 febbraio 2012 e Centro Europa 7 dell’8 giugno 2012 che sono costate due condanne all’Italia su diritti fondamentali come il divieto di trattamenti disumani e degradanti e la libertà di espressione. Sono 14.188 i ricorsi italiani pendenti dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

In via generale la Corte nel 2012 ha emesso 1.093 sentenze con una diminuzione del 6% rispetto al 2011. Emblematico il numero dei ricorsi dichiarati irricevibili: 86.201 con un aumento del 70% rispetto al 2011. Questo vuol dire che da un lato molti individui ritengono di non aver avuto un’adeguata protezione dei propri diritti sul piano nazionale con una fiducia maggiore in Strasburgo e che, dall’altro lato, la conoscenza della Convenzione anche tra gli operatori giuridici e in particolare gli avvocati è ancora troppo bassa. Il numero di ricorsi è in ogni caso aumentato: da 64.440 ricorsi nel 2011 si è arrivati a 65.150 nel 2012 (più 1%).

Centrale il ruolo della Corte non solo per le vittime ricorrenti ma anche per l’interpretazione delle norme convenzionali.

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