Riflettori accesi sulla libertà di stampa in Italia. Per la situazione dei precari possibile un ricorso al Comitato europeo dei diritti sociali

La legislazione italiana sulla stampa sotto i riflettori della Commissione Venezia del Consiglio d’Europa. L’Assemblea parlamentare di Strasburgo ha approvato la risoluzione n. 1920 del 24 gennaio 2013 sullo stato della libertà dei media in Europa (1920) con la quale ha sottolineato le situazioni critiche in alcuni Paesi del Consiglio d’Europa nei quali la libertà di stampa è fortemente compromessa e ha chiesto alla Commissione Venezia di redigere un rapporto sull’Italia. Gli Stati – osserva l’Assemblea – non solo devono astenersi dall’ingerirsi nella libertà di espressione dei giornalisti ma devono anche attuare misure positive per garantire la piena realizzazione dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che assicura a ogni individuo la libertà di espressione. Certo la previsione sul piano legislativo di sanzioni penali utilizzate in modo eccessivo limita fortemente la libertà dei giornalisti. Non è solo il caso Sallusti ad aver spinto l’Assemblea parlamentare ad accendere i riflettori sulla libertà di stampa in Italia ma anche le pressioni politiche esercitate sul servizio televisivo pubblico. Un male comune, quello dei condizionamenti della politica sulla libertà delle televisioni, a Ungheria, Romania, Serbia, Spagna e Ucraina. Sulla grave situazione dei precari l’Assemblea ha segnalato alle organizzazioni sindacali interessate che esiste la possibilità di presentare ricorsi collettivi al Comitato europeo dei diritti sociali nel caso di violazioni della Carta sociale europea.

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