Scoreboard sulla giustizia nell’Unione europea: Italia maglia nera per la durata dei processi

Efficienza, qualità e indipendenza dei sistemi giudiziari: un panorama con luci e ombre quello che risulta dal “Quadro di valutazione Ue della giustizia nel 2021”, presentato dalla Commissione europea l’8 luglio 2021 (COM(2021)389, scoreboard 2021). L’analisi effettuata da Bruxelles, giunta al nono anno, fa parte degli strumenti che servono per rafforzare la Rule of Law negli Stati membri e favorire la sostenibilità della crescita a lungo termine. Nella stessa Strategia annuale di crescita sostenibile 2021, la Commissione ha sottolineato il collegamento tra “sistemi giudiziari efficienti e contesto imprenditoriale degli Stati membri”, anche per assicurare “a livello transfrontaliero un’efficace esecuzione dei contratti e delle decisioni amministrative”, nonché per favorire una rapida soluzione delle controversie. Per questo, in primo piano nello Scoreboard 2021 è stata collocata la digitalizzazione della giustizia. Dalla comparazione annuale dei sistemi giudiziari, poche novità anche perché alcuni dati riproducono quelli del CEPEJ e mostrano ancora una volta l’Italia in affanno per la durata dei processi per risolvere contenziosi civili e commerciali in tutti i gradi del giudizio. In realtà, quasi la metà dei Paesi membri, nel 2019, ha peggiorato la situazione. Preoccupanti i dati  sulla percezione dell’indipendenza della magistratura da parte dei cittadini e delle imprese. La Commissione europea si è basata su analisi fatte da Eurostat che vedono l’Italia, per il basso livello di percezione di indipendenza, dopo Ungheria, Slovacchia, Portogallo e Bulgaria (Austria e Finlandia hanno dati migliori di tutti).

Il rapporto, rispetto all”anno scorso, è arricchito da un numero più alto di informazioni sulle misure adottate dagli Stati membri per garantire il funzionamento della macchina della giustizia durante la pandemia. Novità, anche rispetto al rapporto CEPEJ, è l’introduzione di dati sulla durata media dei procedimenti in materia di concorrenza che la Commissione europea ha reperito attraverso la rete europea della concorrenza e sulle comunicazioni elettroniche con informazioni fornite dal Comitato per le comunicazioni.

Lunghi i tempi, in Italia, per le cause relative a una violazione del marchio Ue.

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