Servizi sociali in Europa: interesse del minore prima di tutto

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato, il 18 settembre 2015, la risoluzione CM/AS(2015)2068 sui “servizi sociali in Europa: legislazione e pratiche relative all’allontanamento dei bambini dalle famiglie nei Paesi membri del Consiglio d’Europa”(CM). Il Comitato segue quanto deciso dall’Assemblea parlamentare e il rapporto presentato il 13 marzo 2015 (Doc. 13730, social services report) nel quale, affermato il diritto del bambino ad essere protetto da tutte le forme di violenza, fisica, sessuale o psicologica, si riconosce il diritto a non essere separato dalla propria famiglia. In quasi tutti i Paesi il minore è ascoltato dalle autorità competenti ma in alcuni Stati come Germania, Italia, Estonia, Lituania, Polonia e Serbia non è consentito il ricorso giurisdizionale avverso le decisioni dei servizi sociali. Nel rapporto, che si sofferma anche sull’adozione, si sottolinea l’assenza di statistiche complete da parte degli Stati anche se è possibile individuare due diverse tendenze: da un lato, i servizi sociali talvolta adottano decisioni di allontanamento troppo rapidamente senza fornire un sostegno adeguato e preliminare a famiglie e genitori, disponendo in alcuni casi l’adottabilità, dall’altro lato i servizi sociali sono in alcuni casi lenti e o restituiscono i minori con troppa fretta alle famiglie. Se, poi, sul piano formale gli Stati hanno legislazioni adeguate agli standard internazionali, sul piano pratico si evidenziano lacune sul piano dell’effettività, che devono essere risolte proprio per proteggere minori e famiglie.

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