Sui processi politici in Ucraina condanna della CEDU a Kiev

Dopo i festeggiamenti per gli europei di calcio e la discutibile presenza di due premier dell’Unione europea (l’italiano Mario Monti e lo spagnolo Mariano Rajoy) arriva la Corte europea dei diritti dell’uomo a riaccendere i riflettori sulla realtà e sullo stato dei diritti umani in Ucraina. Con sentenza del 3 luglio Strasburgo ha condannato Kiev nel caso Lutsenko per violazione degli articoli 5 (diritto alla libertà e alla sicurezza) e 18 (limiti all’applicazione delle restrizioni ai diritti) (ricorso n. 6492/11CASE OF LUTSENKO v UKRAINE). Chiara la posizione della Corte che non ha usato mezze misure per illustrare la drammatica situazione in Ucraina.La vicenda arrivata a Strasburgo aveva preso il via dal ricorso dell’ex ministro degli interni del Governo dell’ex premier, ora in carcere, Yulia Tymoshenko, Lutsenko condannato per abuso di potere e corruzione da un Tribunale di Kiev. Oppositore del regime in carica, Lutsenko era stato arrestato. Non solo aveva sempre contestato le accuse ma aveva denunciato il carattere meramente politico del processo a suo carico. Una visione condivisa dalla Corte che ha anche condannato l’Ucraina a corrispondere 15mila euro per i danni non patrimoniali. Nessun dubbio che l’ex leader dell’opposizione ha subito una detenzione arbitraria, fondata su motivi non conformi all’articolo 5 della Convenzione. In più per la Corte vi è stata anche una violazione dell’articolo 18 perché l’arresto è stato disposto con il solo fine di escludere l’ex ministro dell’interno dalla vita politica. Sorprendente la posizione delle autorità ucraine. In pratica, gli inquirenti avrebbero disposto l’arresto  in quanto non soddisfatti dal comportamento del ricorrente sia per le interviste concesse ai media con le quali Lutsenko denunciava il carattere politico del processo nei suoi confronti sia perché non aveva voluto ammettere la propria colpevolezza.

C’è da sperare che la sentenza sia in grado di esercitare una pressione sul governo di Kiev le cui violazioni dei diritti umani e l’utilizzo a fini politici della giustizia sono stati chiaramente ricostruiti dalla Corte anche con l’ausilio di rapporti di diverse organizzazioni a tutela dei diritti umani. Nessun effetto, invece, come era ovvio, ha conseguito la lettera di circostanza trasmessa dai premier Monti e Rajoy che, tra l’altro, dopo avere dichiarato di essere “molto lieti di venire a Kiev ad assistere alla finale del campionato, che ha riunito tutti i Paesi d’Europa” hanno sottolineato il desiderio di “cogliere questa opportunità per trasmettere il continuo sostegno sia dell’Italia che della Spagna alle aspirazioni europee dell’Ucraina, allo stesso tempo esprimendo la nostra aspettativa di una soluzione positiva dei casi giudiziari dell’ex Primo Ministro Tymoshenko e di altri membri del precedente Governo, come richiesto dalla Comunità Internazionale e di un rafforzamento dello stato di diritto e dei valori democratici che dovrebbero unire i popoli d’Europa”.

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