Sul caso Hirsi interviene Amnesty International, ma l’Italia difende l’accordo con la Libia

E’ fissata per il 24 settembre la riunione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per verificare l’attuazione della sentenza della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo del 23 febbraio 2012 (ricorso n. 27765/09, Hirsi Jamaa a altri) con la quale l’Italia è stata condannata per le espulsioni di massa verso la Libia, commettendo una violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti dell’uomo che vieta la tortura e i trattamenti disumani e degradanti e dell’articolo 4 del Protocollo n. 4 che mette al bando le espulsioni collettive. Intanto, dopo, il piano d’azione presentato dal Governo sull’esecuzione della pronuncia e le preoccupazionidei difensori dei ricorrrenti interviene Amnesty International che ha presentato un rapporto sull’attuale situazione di grave rischio in Libia dal titolo «Libya: Rule of Law or Rule of Militias» (https://wcd.coe.int/com.instranet.InstraServlet?command=com.instranet.CmdBlobGet&InstranetImage=2131192&SecMode=1&DocId=1917068&Usage=2).

Il Governo italiano, dal canto suo, ha immediatamente risposto indicando che l’accordo con la Libia non presenta profili di incompatibilità con altre convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani (https://wcd.coe.int/com.instranet.InstraServlet?command=com.instranet.CmdBlobGet&InstranetImage=2131189&SecMode=1&DocId=1917054&Usage=2). In ogni caso, finalmente, è stato reso noto il processo verbale dell’accordo (phpwYlKv48494). La parola adesso passa al Comitato.

Si veda il post del 30 luglio 2012 http://www.marinacastellaneta.it/ecco-il-piano-dazione-del-governo-per-lesecuzione-della-sentenza-hirsi.html

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