Se Giulio Regeni fa paura anche all’Europa

I rapporti annuali sono spesso un adempimento formale, ma forniscono chiare indicazioni sulla reale volontà di tutelare i diritti umani e la democrazia anche guardando a ciò che manca nei documenti. Indicativa, in questa direzione, è la relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2021 (Annual Report on Human Rights), curata dal Servizio europeo per l’azione esterna e, in particolare, dall’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, in cui non c’è nessun cenno all’ostruzionismo delle autorità egiziane verso le autorità giudiziarie italiane impegnate a fare luce sul sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni, in un quadro che, in realtà, è fin troppo chiaro. Silenzio totale sia nella relazione generale, sia nell’esame specifico della situazione dell’Egitto (rapporto Stati). Anzi, beffa delle beffe, nel rapporto si sottolineano i passi avanti in materia dei diritti umani dell’Egitto (sic). Va detto che l’inerzia, il silenzio dell’Unione europea nella più drammatica vicenda che abbia coinvolto un cittadino europeo in un Paese terzo, legato a numerosi accordi con la stessa Unione europea, non sono una novità. Solo nel rapporto del 2016 c’era un breve richiamo all’omicidio di Giulio Regeni attraverso una citazione di una risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2016. Negli anni successivi silenzio totale. Ma non solo. Nel 2019 l’Unione europea aveva acconsentito a svolgere il primo summit con la Lega araba in Egitto, a Sharm El-Sheikh. Con il Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi come co-presidente del vertice insieme all’allora Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. In quell’occasione, poi, l’ex Presidente della Commissione europea Juncker, indirizzandosi ad Al-Sisi in persona, nel suo discorso di apertura, aveva ricordato la storia comune tra Unione europea e Lega araba e il comune senso per la tutela dei diritti umani (si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/il-senso-dellunione-europea-per-i-diritti-umani-dimenticando-giulio-regeni-the-eus-sense-for-human-rights-forgetting-giulio-regeni.html). Prima ancora, un anno dopo la tortura e l’assassinio di Giulio Regeni, l’allora Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, in veste di Presidente del Consiglio di Associazione Ue-Egitto, aveva firmato il testo della raccomandazione n. 1/2017 del Consiglio di Associazione Ue-Egitto adottata il 25 luglio 2017 (http://www.marinacastellaneta.it/blog/partenariato-ue-egitto-leuropa-dimentica-regeni.html).

È invece il Dipartimento di Stato americano a ricordare, ogni anno, il dramma di Giulio Regeni. Così ha fatto anche nel nuovo rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani nel mondo pubblicato ad aprile 2022 e riferito al quadro nel 2021 (qui il link al documento https://www.state.gov/reports/2021-country-reports-on-human-rights-practices). Il Dipartimento di Stato non dimentica la tortura e l’assassinio di Giulio Regeni e, proprio con riferimento alla situazione dei diritti umani in Egitto, stigmatizza il comportamento delle autorità egiziane – che non collaborano con l’Italia nel processo ai quattro egiziani accusati del sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni – per consentire l’accertamento della verità e la punizione dei responsabili.

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