Corruzione: allarme dal GRECO per le attività delle lobby

Quali attori influiscono sulle decisioni politiche e governative? Le attività delle lobby possono causare forme di corruzione? Secondo il Gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione (GRECO), che ha presentato il 2 giugno il rapporto annuale, il rischio c’è e, quindi, gli Stati devono intervenire per rafforzare la trasparenza nell’adozione delle decisioni e i meccanismi di responsabilità (rapporto GRECO). Le attività di lobby – chiarisce il GRECO – sono legittime e in grado di contribuire al processo democratico, ma devono essere predisposte e applicate le norme per la lotta alla corruzione. Tra le misure suggerite, un registro di lobbisti, regole sui contatti e su documenti che contengano l’identità delle persone incontrate. Un punto centrale è garantire la diffusione di informazioni alla collettività che deve conoscere l’identità dei gruppi che influenzano le decisioni. Nel rapporto, intitolato “Anti-corruption trend, challenges and good practices in Europe and the United States of America”, l’organismo del Consiglio d’Europa segnala un miglioramento rispetto all’anno precedente nell’attuazione delle raccomandazioni già presentate in passato dallo stesso organismo, anche se gli Stati devono puntare a garantire gli obblighi di trasparenza sia dal punto di vista dei soggetti pubblici destinatari di questi obblighi, sia dal punto di vista dei contenuti. Inoltre, alcune attività di pubblici ufficiali e di politici devono essere vietate per evitare possibili conflitti di interesse e casi di corruzione nell’iter di adozione dei provvedimenti legislativi. Alcuni Stati, poi, se hanno aderito alla Convenzione penale sulla lotta alla corruzione e al suo Protocollo, non hanno ancora ratificato la Convenzione civile sulla corruzione del Consiglio d’Europa (l’Italia l’ho ha fatto con legge 28 giugno 2012 n. 112), così come resta basso il numero di Stati che hanno ratificato la Convenzione contro la manipolazione delle competizioni sportive, approvata il 18 settembre 2014 (l’Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione con la legge n. 39 del 3 maggio 2019). 

Il documento contiene anche alcuni allegati con statistiche sul rispetto da parte degli Stati della prevenzione della corruzione con riguardo ai membri del parlamento, ai giudici e ai procuratori.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *