Approvata la risoluzione dell’Assemblea generale sull’Ucraina. Eurojust attiva il database per le prove sui crimini

E’ passato un anno, ma l’aggressione sferrata dalla Russia all’Ucraina continua, senza che da Mosca venga alcun segnale di pace. L’Assemblea generale chiede a Putin il ritiro dall’Ucraina, ma Mosca non è intenzionata a porre termine alla sua guerra di aggressione finalizzata ad annettere territori dell’Ucraina e, stando alle parole di Putin, a combattere l’Occidente nazista. Di fronte a questo crimine, accompagnato da crimini di guerra e contro l’umanità, le organizzazioni internazionali possono poco. L’Onu fa sentire la sua voce con l’Assemblea generale che, il 23 febbraio, ha approvato una risoluzione (bozza approvata) – votata da 141 Stati – con la quale si chiede alla Russia di rispettare la Carta delle Nazioni Unite, fatta a pezzi con l’aggressione sferrata da Mosca il 24 febbraio 2022 (qui la prima bozza prima bozza e qui le dichiarazioni di alcuni Paesi dibattito). La risoluzione, a differenza di quanto sperava Mosca, ha ottenuto un alto numero di voti favorevoli (141). Solo 32 i Paesi astenuti con Cina, India e Iran e solo 7 i Paesi che hanno votato no. Oltre allo scontato voto contrario della Russia, a fianco di Mosca ci sono Siria, Bielorussia (che, più realista del re aveva chiesto la sostituzione del termine invasione con “ostilità in Ucraina”, qui le proposte di emendamento della Bielorussia, emendamento L.8, L.9), Eritrea, Corea del Nord, Nicaragua e Mali. Ribadito l’obbligo di rispettare la sovranità territoriale di Kiev, l’Assemblea generale ha chiesto la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe, ribadendo che nessuna acquisizione territoriale conseguenza della violazione dell’uso della forza può essere considerata come legale. Precisato che tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni di Ginevra, con particolare attenzione a quella sui prigionieri di guerra, l’Assemblea Generale ha evidenziato le gravi violazioni commesse dalla Russia nei confronti dei civili e ha chiesto agli Stati di fare in modo che i responsabili di crimini siano assicurati alla giustizia, sia per le vittime, sia per prevenire possibili futuri crimini (la Croazia ha chiesto l’istituzione di un tribunale speciale). 

Sul fronte della giustizia penale internazionale, Eurojust ha iniziato le sue operazioni per raccogliere le prove, destinate ad essere raccolte nel “Core International Crimes Evidence Database (CICED, qui il documento sulle attività CICED), uno strumento funzionale a preservare l’integrità delle prove relative a crimini internazionali, con particolare attenzione all’Ucraina. Il database è stato previsto nelle modifiche al regolamento di Eurojust entrato in vigore il 1° giugno 2022. Eurojust, inoltre, supporterà il nuovo “International Centre for the Prosecution of the Crime of Aggression” (ICPA) che – come affermato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (Statement) – opererà all’interno del sistema delle squadre investigative comuni

 

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