La criminalità informatica divampa e gli Stati incontrano difficoltà nell’attivare azioni per individuare i responsabili del cybercrime anche perché gli autori di questi reati diventano sempre più abili e sfruttano le nuove situazioni determinate da cambiamenti geopolitici e tecnologici. Lo scrive Europol (l’ufficio europeo di polizia con sede all’Aja), nella nuova edizione dell’Internet Organised Crime Threat Assessment (IOCTA) nel quale l’Agenzia Ue fa il punto sui cyber attacchi, sulle frodi online, sullo sfruttamento sessuale di minori e altri crimini legati al web (IOCTA). Proprio l’utilizzo dello strumento informatico costituisce una difficoltà ulteriore nell’individuazione dei responsabili. Al centro di queste attività vi è di frequente il furto di dati che vengono acquisiti attraverso attacchi informatici. Lo strumento più utilizzato è il phishing che è un vettore di accesso fondamentale per i criminali informatici. Largamente utilizzato anche lo spoofing che è una tecnica efficace per conquistare la fiducia delle vittime perché permette ai truffatori di effettuare una telefonata o inviare un messaggio di testo che mostra un ID differente rispetto a quello del telefono dal quale viene effettivamente effettuata la chiamata. Inoltre, gli “operatori” di ramsomware usano lo spoofing per chiamare le vittime e negoziare il riscatto (in genere in criptovalute), occultando la propria identità.
Nel rapporto si sottolinea che sono cambiate anche le tipologie di dati rubati perché non si tratta più solo di dati statici come i numeri delle carte di credito e le credenziali di accesso ma di dati composti e recuperati dai dispositivi infettati da malware. Molto spesso, inoltre, una stessa vittima può essere colpita da attacchi e reati diversi.
Europol, in aggiunta al rapporto generale, ha pubblicato approfondimenti sintetici su talune singole questioni.
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