Centro Europa 7: l’Italia non ha eseguito la sentenza CEDU

Con decisione n. 11 del 5 giugno il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa (11 – CENTRO EUROPA (ITALY) EF) ha rimandato a settembre l’Italia che non ha ancora dato esecuzione effettiva alla sentenza del 7 giugno 2012 (Centro Europa 7 S.r.l. e Di Stefano contro Italia, n. 38433). In quella pronuncia, la Grande Camera aveva stabilito che la concessione delle frequenze televisive a Centro Europa 7 accompagnata, però, dall’impossibilità per l’azienda di usufruirne in modo effettivo costituiva una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La ricorrente, dopo una lunghissima vicenda giudiziaria che  ha occupato per lunghissimi anni le aule di giustizia italiane, di Lussemburgo e di Strasburgo, malgrado il riconoscimento del suo diritto alle frequenze televisive, non era mai riuscita, a causa degli ostacoli frapposti, a mettere in pratica la propria attività, con gravi danni economici e una sicura compressione del diritto alla libertà di espressione. La Grande Camera aveva accertato la violazione della Convenzione da parte dell’Italia, liquidando però un indennizzo basso (10 milioni di euro), lontano non solo dalle richieste del ricorrente (oltre 2 miliardi di euro), ma anche distante anni luce dai danni effettivamente subiti da Europa 7 e dal suo proprietario Di Stefano. L’Italia, però, non ha ancora dato esecuzione alla sentenza, non avendo presentato al Comitato dei ministri – organo competente in base all’articolo 46 della Convenzione europea a vigilare sull’esecuzione delle sentenze di Strasburgo – alcuna prova dell’attuazione della sentenza. Il Comitato ha dato  tempo all’Italia, per mettersi in regola, fino al 1° settembre 2014, data entro la quale dovrà essere presentato il piano d’azione per l’esecuzione della pronuncia.

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