Coabitazioni e unioni registrate: necessarie norme di conflitto comuni

Si moltiplicano le famiglie non tradizionali, con un netto incremento di forme di coabitazione e di unioni registrate rispetto al matrimonio. Con problemi nuovi sia dal punto di vista del diritto interno che del diritto internazionale privato. Necessario, quindi, predisporre strumenti internazionali volti a individuare norme condivise. In questa direzione, il Permanent Bureau della Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato ha adottato a marzo il documento n. 5 sull’aggiornamento riguardanti gli sviluppi nel diritto interno e nel diritto internazionale privato relativi alla coabitazione fuori dal matrimonio incluse le unioni registrate (hague conference). Molti i casi – si legge nel documento – di status acquisiti in alcuni Stati e non riconosciuti in altri sia con riguardo alle coppie conviventi sia alle unioni registrate. Nel documento, analizzata la situazione normativa in numerosi Stati, con le inevitabili differenze soprattutto tra i Paesi che ammettono le unioni registrate (con sfumature poi differenti in ogni Stato anche in ordine all’ammissibilità di unioni tra persone dello stesso sesso) e quelli che escludono ogni forma di riconoscimento giuridico, nonché le proposte della Commissione europea a partire dal 2008, si constata un trend volto ad accettare forme familiari differenti rispetto alle famiglie tradizionali. Tuttavia, le diverse conseguenze giuridiche rispetto alle differenti forme di coabitazione sono ancora molto diffuse anche con riguardo alle norme di diritto internazionale privato con conseguenze negative sulla circolazione degli status, nonché sul riconoscimento di relazioni conseguite all’estero. Con problemi legati anche ai conflitti negativi di giurisdizione, ad esempio nei casi di dissoluzione delle unioni e forme di forum shopping. Senza trascurare i problemi riguardanti la responsabilità genitoriale e le adozioni. Di qui la decisione di mantenere nell’agenda della Conferenza dell’Aja la questione e la redazione di un questionario da inviare agli Stati in vista dell’adozione di uno strumento idoneo ad assicurare un approccio unitario alle problematiche di diritto internazionale privato poste da queste nuove forme di convivenza.

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