Concluso un Memorandum of Understanding tra Venezuela e Procura della Corte penale internazionale

Il Procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, vola in Venezuela e conclude un’intesa con il Presidente venezuelano Maduro, chiarendo che le indagini vanno avanti (Memorandum). Nel 2018, l’ufficio del Procuratore aveva aperto un esame preliminare sulla situazione in Venezuela, in particolare per le detenzioni illegali, le esecuzioni di massa durante le proteste contro Maduro nel 2017 e, poco dopo, anche alcuni Stati avevano richiesto l’avvio di un’indagine per crimini contro l’umanità commessi presumibilmente in Venezuela (che ha ratificato lo Statuto il 7 giugno 2000). Nell’incontro con Maduro, il Procuratore ha tenuto a precisare che “no investigation have, as yet, been conducted in Venezuela by my Office”, ma che “The investigation – now opened – is not a one-way road. It is only the start of a process”. Chiarito, quindi, che la Procura non fa marcia indietro, Khan ha sottolineato che gli inquirenti sono tenuti ad indagare per stabilire la verità e, quindi, l’indagine è stata aperta. Il Governo venezuelano – si legga nel comunicato stampa della Procura della Corte – non ritiene che le condizioni per un’indagine siano state soddisfatte, ma ha assicurato la sua cooperazione come previsto dallo Statuto Dal canto suo, il Procuratore ha rilevato che il principio di complementarietà, che è alla base dello Statuto della Corte, è essenziale anche durante la fase delle indagini: in pratica, quindi, tutto dipenderà molto dal passaggio dalle parole ai fatti di Maduro. In ogni caso, Khan ritiene che il Memorandum d’intesa firmato il 3 novembre 2021 possa contribuire in modo significativo alla cooperazione. Nel documento, infatti, si chiarisce che l’esame preliminare della situazione in Venezuela, svolto in modo effettivo e indipendente, fornisca le basi per procedere, ma la Procura vigilerà per evitare strumentalizzazioni politiche. Maduro intanto, sottolineando che le indagini sulle accuse possono essere svolte in patria, assicura l’istituzione di un meccanismo per rafforzare la cooperazione con la Corte penale internazionale.

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