Convenzione di Aarhus: le norme del Trattato Ue sul ricorso di annullamento sono in contrasto con le regole convenzionali

Unione europea bocciata sull’accesso del pubblico alla giustizia in materia di ambiente. Il Comitato di controllo istituito dalla Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, alla quale l’Unione europea è parte con decisione 2005/370/CE e con regolamento n. 1367/2006, ha comunicato, il 17 marzo 2017, che l’Unione ha violato l’articolo 9, paragrafi 3 e 4 della Convenzione (ACCC/C/2008/32). Di conseguenza, il Consiglio Ue, ha adotatto la decisione 2017/1346 del 17 luglio 2017 sulla posizione da adottare alla sesta sessione della riunione delle parti alla Convenzione di Aarhus in relazione al caso ACCC/C/2008/32 riguardante il rispetto delle disposizioni (decisione). Il caso è arrivato all’attenzione del Comitato di controllo a seguito di una segnalazione dell’organizzazione non governativa ClientEarth che ha contestato alcune norme del Trattato in materia di accesso alla giustizia, nonché l’interpretazione fornita dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Nell’analizzare il reclamo, il Comitato ha sostanzialmente dato ragione ai ricorrenti e ha sottolineato che l’articolo 9 della Convenzione obbliga le Parti a garantire al pubblico l’accesso a “procedimenti di natura amministrativa o giurisdizionale per impugnare gli atti o contestare le omissioni dei privati o delle pubbliche autorità compiuti in violazione del diritto ambientale nazionale”. Secondo il paragrafo 4 queste procedure devono offrire rimedi “adeguati ed effettivi […] e devono essere obiettive, eque, rapide e non eccessivamente onerose”. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ad avviso del Comitato, in particolare con riguardo ai ricorsi di annullamento (articolo 263), ha una portata troppo ristretta.

Per il Comitato, inoltre, il regolamento Ue sulla Convenzione di Århus, “non può compensare dette carenze in quanto viola a sua volta la convenzione in relazione ai seguenti punti: il meccanismo di riesame della convenzione di Århus dovrebbe essere accessibile anche al pubblico e non solo alle ONG; il riesame dovrebbe riguardare anche gli atti generali e non solo gli atti di portata individuale; dovrebbero essere impugnabili tutti gli atti amministrativi che semplicemente sono “relativi” all’ambiente e non solo gli atti “che rientrano” nel diritto ambientale; dovrebbero essere oggetto di riesame anche gli atti che non hanno effetti esterni e giuridicamente vincolanti”. In vista della riunione di settembre, che si terrà in Montenegro, il Comitato ha raccomandato alle Parti di adottare orientamenti che la Corte Ue dovrebbe seguire nell’interpretare la Convenzione. Va ricordato che le conclusioni costituiranno “interpretazione ufficiale della convenzione di Århus, diventando quindi vincolanti per le Parti contraenti e gli organi della convenzione”.

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