Covid-19 e diritti sociali: interviene il Comitato europeo

 Diritti sociali compromessi dalle conseguenze della pandemia da Covid-19, con diritto all’occupazione e diritto ad essere protetti contro la povertà intaccati, ai quali si affiancano situazioni di esclusione sociale in continua crescita. Interviene il Comitato europeo dei diritti sociali con una dichiarazione (adottata il 24 marzo e pubblicata il 22 aprile, Dichiarazione) che fa il punto sui diritti, riconosciuti nella Carta sociale europea, adottata nel 1961 e integrata da tre Protocolli (ratificata dall’Italia con legge 9 febbraio 1999 n. 30), lesi in misura maggiore, evidenziando la necessità di interventi immediati per proteggere le categorie più fragili, dalle donne (che hanno subito le maggiori conseguenze), alle persone anziane, dai minori alle persone con disabilità. Per il Comitato, nel predisporre le nuove misure di intervento, anche in contesti ampi come quelli legati al supporto di organizzazioni esterne, è necessario che gli Stati prendano in considerazione, nei provvedimenti che portano alla distribuzione delle risorse, gli indicati diritti con misure di sostegno in grado di evitare ogni forma di discriminazione diretta o indiretta, nel godimento dei diritti, come stabilito dall’articolo E della Carta. Gli interventi, inoltre, – osserva il Comitato – dovranno considerare la particolare situazione dei lavoratori migranti che sono stati colpiti dalla pandemia anche nei rapporti familiari a causa delle restrizioni in materia di circolazione imposte dalle autorità nazionali. Senza dimenticare che il rischio del lavoro nero e lo sfruttamento di alcune categorie di lavoratori sarà ancora maggiore. In ultimo, il Comitato ricorda che, malgrado la pandemia, nessuno Stato ha chiesto di avvalersi della deroga dal rispetto degli obblighi fissati dalla Carta e, di conseguenza, tutti gli Stati sono vincolati al loro rispetto e alla loro attuazione effettiva.