Dichiarazione di Reykjavik: un registro dei danni causati dalla Russia

Il Consiglio d’Europa ha deciso di attivare un registro dei danni causati in Ucraina dall’aggressione da parte della Russia, come primo passo verso l’istituzione di un meccanismo generale di compensazione. Con la Dichiarazione adottata il 17 maggio (che comprende anche altri interventi, Dichiarazione Reykjavik) nel vertice di Reykjavik, i 46 Stati membri hanno dato il via libera all’attivazione di un meccanismo per iniziare la catalogazione dei danni e arrivare poi al risarcimento. Il testo era stato già approvato dal Comitato dei ministri (CM/Res(2023)3, Risoluzione registro). Hanno aderito al documento anche Canada, Giappone, Stati Uniti e Unione Europea. Il Registro – si legge nella Dichiarazione – raccoglierà informazioni sui danni a persone fisiche e giuridiche causate dall’aggressione russa sferrata il 24 febbraio 2022 che, per decisione di Mosca, continua senza tregua per la popolazione ucraina. È prevista l’istituzione di una commissione per l’esame delle richieste e un fondo di compensazione che dovrebbe portare la Russia al pagamento dei danni. Il Consiglio ha chiesto l’immediato ritiro della Russia dall’Ucraina, dalla Georgia e dalla Moldova.

Intanto il Consiglio d’Europa ha previsto un Piano di azione intitolato “Resilienza, ripresa e ricostruzione”.  Nel vertice è stata adottata anche la Dichiarazione sulla situazione dei bambini ucraini, quella sui “Principi di Reykjavik  per la democrazia”, sul sistema della Convenzione europea come pietra angolare della protezione dei diritti umani da parte del Consiglio d’Europa, sulla rivitalizzazione del cammino di adesione dell’Unione europea e sul diritto all’ambiente, la cui tutela è essenziale per il pieno ed effettivo godimento di ogni altro diritto umano. Su quest’ultimo punto, si sottolinea l’impegno a istituire un nuovo comitato intergovernativo su diritti umani e ambiente (Reykjavik Committee).

 

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