Gli Stati membri devono fare di più per l’integrazione dei migranti

Rischi di segregazione scolastica, discriminazioni e restrizioni nella vita politica. Con inevitabili barriere per la partecipazione dei migranti nella società. Un quadro allarmante, quello che risulta dalla relazione dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali che ha diffuso uno studio su “Promuovere la partecipazione dei migranti e dei loro discendenti” (fra-2017-together-in-the-eu_en). Certo – scrive l’Agenzia – non mancano le buone prassi, ma le strategie per l’integrazione devono essere rafforzate perché i migranti devono far parte della società. Anche tenendo conto che sono ben 20 milioni i cittadini extra Ue che vivono all’interno degli Stati membri. Di conseguenza, per l’Agenzia sono indispensabili nuove strategie di intervento in materia scolastica, piani di azione per i giovani in particolare per evitare marginalizzazione, alienazione e radicalismo e strumenti per un’integrazione effettiva, inclusa la concessione della cittadinanza che è uno strumento essenziale per favorire la partecipazione nella vita pubblica. Che non è solo un valore ma anche una necessità. E se non mancano le buone prassi, l’Agenzia mette in evidenza che ben 16 Stati membri non hanno ancora predisposto iniziative volte a proteggere i migranti dalla discriminazione.

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