I Beatles vincono a Lussemburgo la battaglia per la tutela del proprio marchio

Beatles, basta la parola. E così il nome del complesso rock forse più famoso nella storia della musica vince a Lussemburgo la battaglia per la tutela del proprio marchio. Il Tribunale dell’Unione europea, infatti, con sentenza depositata il 29 marzo (causa T-369/10, http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=121151&pageIndex=0&doclang=EN&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=593521) ha respinto il ricorso di un’azienda olandese che aveva presentato all’Ufficio dei marchi comunitari (Uami) una domanda di registrazione di un segno figurativo dal nome “Beatle” riferito a mezzi di locomozione elettrici per persone con difficoltà di deambulazione. L’Uami aveva respinto il ricorso. Di qui l’impugnazione dinanzi al Tribunale Ue che ha blindato il marchio della Apple Corporations, impresa fondata dal gruppo dei Beatles. Per i giudici di Lussemburgo, infatti, non può essere ammessa la registrazione di un marchio comunitario figurativo nel quale si utilizza il termine “Beatle” che certo si sovrappone a quello dei “Beatles”. E questo anche quando il prodotto inserito successivamente sul mercato è lontano anni luce dalla musica. L’immagine dei Beatles e la loro enorme notorietà acquisita da tanto tempo è in pratica intramontabile: anche se sono passati 50 anni dalle prime apparizioni, ogni prodotto con il marchio “The Beatles” legato alla band – spiegano i giudici – trasmette un’immagine positiva, “sinonimo di giovinezza e di una certa controcultura degli anni sessanta”, della quale potrebbero godere i prodotti dell’azienda successiva che chiede la registrazione del termine “Beatle”. E’ vero che i prodotti sono differenti, ma il pubblico al quale si rivolge l’azienda produttrice di strumenti di locomozione potrebbe essere attirato dall’immagine di libertà e di giovinezza legata ai Beatles. Non solo. Tra i clienti dei prodotti di deambulazione – precisa Lussemburgo – ci sono di sicuro persone che erano giovani nel periodo boom dei Beatles e che quindi possono essere attratte da prodotti con quel marchio, dei quali con il passare degli anni hanno bisogno. Chiaro, quindi, il rischio di sovrapposizione tra i due pubblici di riferimento dei marchi in conflitto. E diventa così necessario vietare, anche se manca il rischio di confusione sui prodotti, la registrazione di un marchio figurativo costituito dal termine “Beatle”.

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