Insicurezza alimentare globale: l’ONU lancia l’allarme su conflitti e cambiamenti climatici

Con uno Statement del Presidente, il Consiglio di sicurezza è tornato sulla questione dell’insicurezza alimentare in situazioni di conflitto. Nella Dichiarazione approvata il 3 agosto (S/PRST/2023/4, food insecurity), il Consiglio ha messo in primo piano la richiesta alla Russia di riprendere l’iniziativa sul grano che garantiva il passaggio ai mercantili nel Mar Nero attraverso un corridoio umanitario marittimo (l’iniziativa era stata avviata il 21 luglio 2022 grazie alla mediazione turca, ma Mosca ha deciso di non prorogarla) e ha lanciato l’allarme sulla necessità urgente di interventi su scala globale tenendo conto che, nel 2022, ben 117 milioni di persone in 19 Stati sono stati colpiti da crisi alimentari a causa di conflitti e situazioni di violenza. Ferma condanna sull’utilizzo della starvation come metodo di guerra e richiamo alla necessità di intervenire in via preventiva rispetto alle crisi mondiali perché nel momento in cui una carestia viene dichiarata è tardi per agire in modo efficace ed evitare conseguenze sulla popolazione.

Non sono solo i conflitti a determinare le crisi alimentari globali perché anche i cambiamenti climatici portano a costanti peggioramenti della situazione, così come le gravi situazioni di degrado ambientale. Basti considerare, a conferma di ciò, che tra i 10 Paesi che risultano più vulnerabili ai cambiamenti climatici, ben 7 Stati sono interessati da conflitti.

È l’Africa a pagare le conseguenze peggiori: il rappresentante dell’Algeria ha osservato che entro il 2030 ben 670 milioni di persone soffriranno la fame, soprattutto nella regione del Sahel e nel Corno d’Africa. Il Consiglio di sicurezza ha chiesto un miglioramento nell’utilizzo del sistema di allerta previsto nella risoluzione 2417 del 24 maggio 2018, maggiori finanziamenti e misure economiche adeguate e il Segretario generale ha sottolineato il suo impegno che si è concretizzato anche con l’istituzione, nel 2021, della Task Force di alto livello sulla prevenzione della carestia.

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