OSCE: pubblicato il rapporto sul diritto di riunione pacifica

L’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo (Office for Democratic Institutions and Human Rights, ODIHR) dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha pubblicato, il 2 agosto (OSCE – riunione), il rapporto sull’esercizio del diritto di riunione pacifica, frutto dell’attività di monitoraggio svolta tra settembre 2019 e novembre 2021, periodo nel quale il diritto è stato fortemente limitato a causa della pandemia da Covid-19. Dallo studio emergono lacune nell’attuazione del diritto, ma anche buone pratiche seguite da alcuni Stati per assicurare effettività a una libertà che è alla base della democrazia. Tra i Paesi analizzati, la Danimarca, il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Bosnia-Erzegovina, la Finlandia e il Portogallo.

Nella prima parte del rapporto, l’ODIHR passa in rassegna le norme contenute in atti internazionali, con particolare attenzione all’articolo 21 del Patto sui diritti civili e politici e all’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (libertà di riunione e di associazione), nonché ad altri atti come la Convenzione sui diritti del fanciullo. La seconda sezione è dedicata alla possibilità, seppure in via eccezionale, di apporre limitazioni alla libertà di riunione pacifica che – si legge nel documento – devono essere previste dalla legge e devono rispettare il principio di proporzionalità. Il rapporto si sofferma sulle regole procedurali da assicurare nel caso di limitazioni all’esercizio del diritto.

Per quanto riguarda limitazioni al diritto alla libertà di riunione imposte con l’uso della forza da parte delle autorità nazionali, l’ODIHR chiarisce il carattere eccezionale di questo utilizzo perché gli Stati devono evitare situazioni che portino le autorità di polizia all’utilizzo della forza, impedendo degenerazioni nella violenza. Così come gli Stati non possono procedere al riconoscimento dei partecipanti attraverso la registrazione delle manifestazioni e devono assicurare il libero accesso ai media per garantire l’informazione alla collettività.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *