La Corte dell’Aja dice sì alla proclamazione d’indipendenza del Kosovo

La proclamazione d’indipendenza del Kosovo  dalla Serbia – avvenuta il 17 febbraio 2008 – non è illegale e le autorità kossovare non hanno violato il diritto internazionale. Lo ha messo nero su bianco la Corte internazionale di giustizia nel parere depositato il 22 luglio http://www.icj-cij.org/docket/files/141/15987.pdf. Il provvedimento, non vincolante, condiviso da 10 giudici con 4 contrari, segna una tappa fondamentale e certo un punto di non ritorno nel futuro del Kosovo. Che porta dritto a un rafforzamento della posizione di Pristina su Belgrado e che costituisce anche una vittoria degli Stati Uniti e di alcuni Paesi Ue. Sconfitta la Russia che si è sempre opposta al riconoscimento del Kosovo ritenendo illegale la proclamazione d’indipendenza. Ad oggi, sono 69 gli Stati che hanno riconosciuto il Kosovo, inclusa l’Italia.

Per la Corte internazionale di giustizia, il cui parere era stato richiesto dall’Assemblea generale l’8 ottobre 2008, la dichiarazione unilaterale d’indipendenza non è vietata da norme di diritto internazionale generale né dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1244. Respinta anche la posizione di alcuni Stati (29 quelli intervenuti nel procedimento) secondo i quali il divieto relativo alla dichiarazione unilaterale d’indipendenza sarebbe implicito nel principio del rispetto all’integrità territoriale degli Stati che, invece, per la Corte, non prevede una simile proibizione ed è confinato alle relazioni tra Stati. La Corte, quindi, ha ritenuto non contraria al diritto internazionale la proclamazione d’indipendenza del Kosovo, ma non ha analizzato le questioni relative ai requisiti necessari per la costituzione di uno Stato come soggetto di diritto internazionale, tenendo a precisare la differenza tra la proclamazione unilaterale del Kosovo e quelle realizzatesi in altre occasioni (Rhodesia, Repubblica Turca di Cipro del Nord e Srpska) con modalità contrarie al diritto internazionale per violazione di alcune norme di ius cogens, ma non per il carattere unilaterale delle dichiarazioni.

Tutto da verificare, adesso, l’effetto domino che il parere della Corte potrà avere su altre zone a rischio secessione come l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia in Georgia, o per la Transdniestria in Moldova. Passando per i Paesi Baschi e il Kurdistan che potrebbe rivendicare una volta per tutte l’indipendenza, malgrado il no della Turchia. Senza dimenticare che la Corte dell’Aja dovrà anche pronunciarsi sul ricorso della Georgia contro la Russia.

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