L’immigrato irregolare espulso che rientra in Italia dopo 5 anni non commette reato

La Corte di cassazione, I sezione penale, con sentenza depositata il 2 aprile, n. 12220/12 (doc211), ha dato piena attuazione alla pronuncia della Corte di giustizia Ue nel caso El Dridi, annullando la decisione della Corte di appello di Napoli che aveva condannato un cittadino della Repubblica dominicana colpevole di essere rientrato in Italia dopo essere stato espulso (articolo 13, comma 13, Decreto legislativo 286/98). La Suprema Corte ha dato così piena attuazione alla direttiva 2008/115 sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari la quale stabilisce che l’eventuale divieto di ingresso disposto nei confronti dello straniero espulso non può in ogni caso superare i cinque anni. Ora, tenendo conto che lo straniero era rientrato in Italia dopo 7 anni, la normativa interna va disapplicata e l’imputato assolto. D’altra parte, conviene ricordarlo, la norma in esame è stata modificata dalla legge 2 agosto 2011 n. 129  “Disposizioni urgenti per il completamento dell’attuazione della direttiva 2004/38/Ce sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/Ce sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari”.

Si vedano i post del 26 giugno e del 29 agosto 2011.

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