Sulla direttiva rimpatri interviene per la prima volta anche la Cassazione civile

La pericolosità sociale di un cittadino extracomunitario non può essere ricavata in modo automatico da una condanna per maltrattamenti in famiglia e dalla mancata ottemperanza a una misura amministrativa. E’ contrario al diritto Ue e alla direttiva rimpatri 2008/115 un provvedimento di espulsione fondato non sull’accertamento dell’effettiva sussistenza di una situazione di pericolosità, ma su una condanna precedente. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (VI sezione civile), con ordinanza n. 18482/11 depositata l’8 settembre (18482), con la quale la Corte ha chiarito che la non conformità al diritto Ue si concretizza anche quando l’intimazione è stata emessa prima dell’entrata in vigore della direttiva.

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