La Cassazione applica il decreto legge sul recepimento della direttiva rimpatri

Nel primo caso di applicazione del decreto legge n. 89 del 23 giugno 2011 recante “Disposizioni urgenti per il completamento dell’attuazione della direttiva 2004/38/Ce sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/Ce sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari”, convertito con legge 2 agosto 2011 n. 129, la Corte di cassazione (sesta sezione civile) con ordinanza n. 18481/2011 (ord18481) smantella il precedente sistema di espulsione previsto dall’articolo 14 del Dlgs n. 286/1998, modificato dalla legge n. 94 del 2009. E lo fa grazie alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 28 aprile 2011 (El Dridi, C-61/11. si veda il post del 28 aprile). Per la Cassazione la norma interna contraria alla direttiva rimpatri soprattutto nella parte in cui disattende il principio della partenza volontaria e prevede ordini di allontanamento per la sola preesistenza di una misura espulsiva non può essere attuata. E questo – osserva la Suprema Corte – anche quando il provvedimento di allontanamento è stato adottato in epoca anteriore all’entrata in vigore della direttiva.

Si vedano i post del 14 settembre, del 29 agosto e del 26 giugno 2011.

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