Lotta alla criminalità organizzata: Bruxelles fa il punto sull’attuazione della decisione quadro

Ancora molte differenze tra gli Stati membri nella lotta alla criminalità organizzata a causa delle differenti tradizioni giuridiche. E’ quanto risulta dalla relazione della Commissione europea presentata il 7 luglio sull’attuazione della decisione quadro 2008/841/Gai del 14 ottobre 2008, relativa alla lotta alla criminalità organizzata che, giova ricordalo, lascia molti margini di discrezionalità agli Stati nella politica legislativa in materia di lotta al fenomeno (1-2016-448-IT-F1-1). Un atto – al quale dal 1° gennaio 2014 non partecipa più il Regno Unito in forza del Protocollo n. 36 – che, però, nel complesso, ha permesso di fare notevoli passi avanti, malgrado talune differenze nell’attuazione. Ad esempio, undici Stati membri, inclusa l’Italia, non fanno riferimento alla nozione di associazione strutturata e malgrado la decisione quadro preveda la presenza di più di 2 persone per la definizione di associazione, 17 Stati membri chiedono, come l’Italia, la presenza di almeno tre individui o addirittura 5 come la Lettonia. Diverse scelte legislative hanno poi portato a un ampliamento dell’ambito di applicazione dell’atto Ue. Così, la decisione richiede l’esistenza di un vantaggio per coloro che partecipano all’associazione ma questo requisito è previsto solo in Belgio, Lussemburgo e Slovacchia con la consequenziale estensione dell’ambito soggettivo di attuazione dell’atto Ue negli altri Paesi. Per quanto riguarda le sanzioni, anche qui grande variabilità. L’Italia prevede pene da 1 a 5 anni al pari di Ungheria, Portogallo e Romania, con la Lettonia che arriva invece fino a 17 anni. Per le sanzioni alle persone giuridiche, accanto a quelle pecuniarie, l’Italia ha previsto anche l’applicazione di altre pene indicate nella decisione quadro come l’esclusione dal godimento di un beneficio o aiuto pubblico, il divieto temporaneo o permanente di attività commerciali, l’assoggettamento alla sorveglianza giudiziaria. L’Italia, poi, con altri 15 Paesi, ha disposto misure aggiuntive come la confisca e la pubblicazione della sentenza.

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