L’Uganda deve riparare i danni subiti dal Congo

L’Uganda ha violato il diritto internazionale e deve risarcire il Congo, versando 325 milioni di dollari. La Corte internazionale di giustizia, il 9 febbraio (Congo contro Uganda), ha chiuso la controversia tra Repubblica democratica del Congo e Uganda iniziata nel 1999 (anche contro Burundi e Ruanda). Con la sentenza del 19 dicembre 2005, la Corte dell’Aja aveva accolto il ricorso del Congo sostenendo che l’Uganda aveva svolto attività armate contro il primo Stato (respingendo la tesi sul ricorso alla legittima difesa) e supportato le truppe irregolari, violando sia il divieto dell’uso della forza, – anche a causa della portata e dell’intensità dell’intervento -, sia il principio di non intervento negli affari interni. Inoltre, l’Uganda, attraverso l’Uganda Peoples’ Defence Forces aveva reclutato bambini soldato, incitato all’odio e commesso violazioni del diritto internazionale umanitario. Le parti non si erano accordate sulla riparazione e così l’ammontare è stato fissato dalla Corte internazionale di giustizia con la sentenza del 9 febbraio 2022. 

Il risarcimento considera tre diverse categorie: la perdita di vite umane e danni alle persone (225 milioni di dollari), i danni alla proprietà (40 milioni) e il saccheggio di oro, diamanti, legname e altri beni (60 milioni per i danni alle risorse naturali). Non è stato liquidato alcun indennizzo per i danni ambientali derivanti dalla deforestazione perché non sono state fornite prove sull’esistenza di questo danno. 

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