Maggiore sicurezza per i peacekeepers: pronto il piano d’azione per l’attuazione di nuove misure

Non basta più il simbolo delle Nazioni Unite per garantire protezione ai peacekeepers impegnati in varie zone del mondo per assicurare la pace internazionale. E’ quanto risulta dal rapporto presentato da due esperti indipendenti, Carlos Alberto dos Santos Cruz e William R. Phillips, al Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres (improving_security_of_united_nations_peacekeepers_report). Nel 2017 sono stati 56 i peacekeepers uccisi nel compimento della propria missione (il numero più alto negli ultimi due decenni) e i rischi continuano ad aumentare. Dal 1948 ad oggi i morti durante lo svolgimento di una missione sono stati 3.500 di cui 943 a seguito di atti violenti (dal 2013 al 2017, 195). Pertanto – si legge nel rapporto – è indispensabile  far sì che il personale sia consapevole dei pericoli, che sia incremento il livello di preparazione e che vi sia una forte leadership. In particolare, secondo i due esperti, andrebbero modificati e aggiornati i principi di base che guidano le operazioni di peacekeeping, con un cambiamento nell’equipaggiamento, che deve essere più adeguato, un maggiore utilizzo dell’intelligence e un aumento del livello di trasparenza. Al rapporto sono state annesse le Linee guida da seguire. Il Dipartimento per le operazioni di pace (DPKO) e il Dipartimento per il supporto sul terreno (DFS) hanno predisposto un piano di azione, operativo da gennaio 2018 alla fine dell’anno, per l’attuazione di quanto stabilito nel rapporto per migliorare la sicurezza dei peacekeepers (summary). Il coordinamento nell’attuazione e nel monitoraggio sulle misure sarà svolto con riguardo alle singole operazioni di pace.

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