No alle restrizioni al flusso di informazioni via web

Allarme sui divieti di accesso alle infrastrutture tecniche che consentono l’utilizzo di internet e ai contenuti divulgati via web. Lo ha lanciato il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione Frank LaRue in un rapporto del 16 maggio e discusso il 3 giugno nell’ambito della riunione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu (A.HRC.17.27_en). Le restrizioni all’uso di internet – ha precisato LaRue – costituiscono una violazione di diritti umani fondamentali, anche perché internet facilita la piena realizzazione di altri diritti come quello all’educazione, alla partecipazione alla vita culturale e sociale e alla libertà di espressione, oltre a promuovere lo sviluppo della società nel suo insieme. In testa all’ondata di restrizioni che travolge tutto il mondo, la Cina. Human Rights Watch, che è intervenuta durante la discussione del rapporto, ha precisato che il governo cinese utilizza oltre 40.000 addetti per bloccare l’accesso a internet e, in particolare a Facebook, Youtube, Twitter e Flicker.

La censura messa in atto da molti Stati avviene con diversi strumenti: dai filtri ai contenuti a blocchi generali all’accesso, passando anche per gli attacchi informatici. Necessario, invece, sottolinea il Relatore speciale, che gli Stati limitino all’osso le restrizioni al flusso di informazioni via web, che possono essere ammesse solo in casi eccezionali, laddove sia necessario tutelare altri diritti umani fondamentali. In ogni caso, però, gli Stati devono procedere immediatamente alla depenalizzazione della diffamazione attraverso internet.

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