Per gli indagati lettera dei diritti uniforme nello spazio Ue

Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato, il 26 aprile (http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/11/pe00/pe00078.en11.pdf) la direttiva sul diritto all’informazione nei procedimenti penali che permetterà a ogni indagato di essere informato dei propri diritti in una lingua a lui conosciuta. Con la nuova direttiva che è funzionale a garantire un equo processo e che faciliterà anche l’esecuzione dei mandati di arresto, sarà possibile procedere a una comunicazione dei diritti in modo uniforme, tanto più  che – osserva la Commissione europea – una volta approvata, la direttiva si applicherà, ogni anno, a 8 milioni di procedimenti penali e in tutti gli Stati membri. Un notevole passo avanti nella tutela dei diritti tenendo conto che oggi solo in un terzo degli Stati membri gli indagati hanno diritto ad essere informati in una lingua in grado di comprendere. Con la nuova direttiva che sarà pubblicata a breve sulla Gazzetta Ufficiale e dovrà essere recepita entro due anni, le forze di polizia e gli inquirenti dovranno, in caso di arresto, fornire informazioni in forma scritta con “un linguaggio semplice e di uso corrente”. E’ poi un diritto dell’indagato chiedere la traduzione del testo. La Commissione europea ha proposto uno schema tipo, indicando i diritti da comunicare (disponibile in 22 lingue) anche se gli Stati hanno la possibilità di intervenire nella formulazione esatta del testo. Tra i diritti indicati quello di non parlare, di avvalersi di un avvocato, di essere informato dell’accusa, di ottenere la traduzione e l’interpretazione se non si comprende la lingua del procedimento, di essere tradotti dinanzi all’autorità giudiziaria, di informare un terzo dell’avvenuto arresto e della detenzione.

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