Prestazioni alimentari: sulla Convenzione dell’Aja chiarimenti dalla Conferenza di diritto internazionale privato

La Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato ha pubblicato, il 24 maggio, il documento finale (HCCH -obbligazioni alimentari), con alcune raccomandazioni, sull’applicazione della Convenzione dell’Aja del 23 novembre 2007 sul recupero di prestazioni alimentari nei confronti di figli minori e di altri membri della famiglia e del suo Protocollo. La Special Commission istituita per rivedere le modalità di applicazione pratica e che si è riunita per la prima volta all’Aja, dal 17 al 19 maggio, ha chiarito talune questioni interpretative con riguardo, tra gli altri, all’articolo 9 della Convenzione relativo alla nozione di residenza che, come precisato nel rapporto esplicativo, non può essere intesa come mera presenza, tenendo conto, però, che non è richiesta l’abitualità della residenza, presente, invece, nel Protocollo (articolo 7). Nel documento si chiarisce che la scelta di non inserire l’abitualità della residenza nella Convenzione è stata funzionale a favorire l’accesso alle autorità centrali, con un fine diverso, quindi, rispetto all’individuazione della legge applicabile.

Sono poi analizzati altri problemi interpretativi anche in considerazione del fatto che il Protocollo del 2007 non fa riferimento ai rapporti tra coppie dello stesso sesso. La parte quarta è dedicata al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni relative ai rapporti non previsti dalla legge dello Stato richiesto, situazione che, però, non impedisce alle autorità competenti la possibilità di procedere al riconoscimento e all’esecuzione delle obbligazioni alimentari derivanti da tali rapporti, senza arrivare a imporre il riconoscimento di detti rapporti.

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