Pubblicato il Piano nazionale del mare

È stato approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Comitato interministeriale per le politiche del mare, per la prima volta in Italia, il Piano del mare per il triennio 2023-2025 (Piano del mare, Delibera). Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 248 del 23 ottobre 2023 e si propone di indicare l’indirizzo strategico unitario nell’ambito della politica marittima nazionale, in linea con quanto previsto dall’articolo 12 del decreto legge n. 173 dell’11 novembre 2022. Tra gli obiettivi non solo la salvaguardia del mare ma anche la sua valorizzazione tenendo conto delle dieci filiere che compongono l’economia del mare”, che vanno dalle attività di crociera alla cantieristica, dallo sport alle attività subacquee che – ha ricordato il Ministro per le Politiche del Mare Nello Musumeci – è per l’80% ancora ignota. Il testo si occupa della disciplina degli spazi marittimi, delle questioni legate alla sicurezza e ai cambiamenti climatici. La sezione 2 è interamente dedicata alla giurisdizione nazionale negli spazi marittimi e introduce un’importante novità con la volontà del Governo di proclamare entro il 2024 la zona contigua. Mancava, infatti, una proclamazione ufficiale che non poteva essere sostituita – si osserva nel documento – dalla menzione nel D.lgs 25 luglio 1998 n. 286, nel D.lgs n. 42 del 22 gennaio 2004 e nel D.m. 15 agosto 2017 e, quindi, si prevede a breve un intervento normativo. Quest’affermazione fa sorgere il dubbio sull’esistenza attuale della zona contigua in Italia. Previsto un intervento normativo per dare attuazione alla legge n. 91 del 14 giugno 2021 che ha istituito la zona economica esclusiva, in particolare con la conclusione di intese con gli Stati contigui e frontisti al fine di arrivare a una delimitazione concordata dei suoi limiti esterni. Il 2024 sarà anche l’anno della modifica della legge 21 luglio 1967 n. 613 che si occupa  delle attività che coinvolgono i fondi marini. L’Italia, inoltre, intende intervenire per definire la nozione di passaggio inoffensivo “in un’ottica strategica di preservazione dell’ordine e della sicurezza nelle acque sottoposte alla sovranità nazionale e alla connessa protezione dell’integrità territoriale”. Un intervento che preoccupa perché è possibile che, nella definizione, l’Italia si allontani dalla corretta qualificazione della nozione di passaggio inoffensivo già consolidata sul piano internazionale. Segue la sezione 2.2 dedicata alle rotte commerciali, con un approfondimento della blue economy, dei porti, della pesca, della cantieristica, del lavoro marittimo e degli ecosistemi, incluse le aree marine protette. 

1 Risposta
  • giuseppe alfano
    novembre 12, 2023

    ho paura degli interventi del governo sulla zona contigua e sulla nozione di passaggio inoffensivo.
    C’ è da aspettarsi di tutto.

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