Il Comitato degli Stati parte alla Convenzione n. 211 contro la contraffazione dei prodotti sanitari e reati affini ha pubblicato, il 2 aprile, il primo rapporto (rapporto) sull’attuazione della Convenzione n. 211 che adotta misure per combattere le minacce per la salute pubblica che arrivano dalla contraffazione, firmata ma non ratificata dall’Italia (Convenzione MEDICRIME). Nel documento, che disegna la mappa dell’attuazione della Convenzione n. 211, dal 2021 al 2024, da parte di 13 Stati (Armenia, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Cipro, Francia, Ungheria, Marocco, Portogallo, Russia, Spagna, Svizzera e Turchia) su 23 Stati parte alla Convenzione è approfondito anche il quadro regolatorio nei diversi Stati che si sono allineati alle norme della Convenzione anche con riguardo alla confisca e alla distruzione dei prodotti sanitari contraffatti. Proprio la pandemia da Covid-19 ha portato gli Stati a intervenire con misure per tutelare i propri cittadini che, a causa dei pericoli e talvolta dei ritardi d’intervento degli Stati, hanno proceduto ad acquisti di medicinali e dispositivi contraffatti.
Nel rapporto sono state valutate le azioni intraprese in otto aree chiave: prevenzione, formazione, protezione delle vittime, cooperazione, rilevamento, indagini, sanzioni e raccolta dati. Analizzate le posizioni e le misure degli Stati, il Consiglio ha segnalato le best practices e ha indicato raccomandazioni agli Stati per migliorare il livello di attuazione della Convenzione, nell’ottica della tutela della salute pubblica. Centrale l’intervento degli Stati per sensibilizzare la collettività sui rischi dei prodotti sanitari contraffatti e sui pericoli dell’acquisto di farmaci, dispositivi medici e altri prodotti sanitari su piattaforme online non autorizzate. Inoltre, il rapporto focalizza l’attenzione anche sullo scambio dalle informazioni e dei dati esprimendo un giudizio positivo su Spagna e Svizzera e preoccupazioni su Armenia e Bosnia Erzegovina.
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